Gli ammortizzatori sociali previsti in Italia
- 2 Giugno 2022
- Posted by: Sergio Palombarini
- Categoria: Approfondimenti
Gli ammortizzatori sociali sono forme di sostegno economico per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, o hanno subito una riduzione delle ore lavorative.
Introdotti dallo Stato Italiano, consentono alle imprese di far fronte ad un momento di crisi. E, ai lavoratori, di affrontare la disoccupazione. A seconda del soggetto beneficiario, infatti, possono assumere la forma di contributi economici o di sgravi contributivi.
Gli ammortizzatori sociali, in Italia, possono dunque essere:
- richiesti dall’azienda che versa in una situazione di crisi e deve riorganizzare e ridimensionare la sua forza lavoro;
- richiesti dal lavoratore che si trova in uno stato di disoccupazione, non per sua causa;
- concessi all’azienda, per l’assunzione di particolari categorie di lavoratori (a rischio di esclusione sociale o che occupano una posizione di svantaggio sul mercato).
Gli ammortizzatori sociali per il lavoratore
Gli ammortizzatori sociali per il lavoratore sono stati riorganizzati nel 2015, con l’adozione di due decreti legislativi in attuazione della Legge 10 dicembre 2014 (“Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”).
I suddetti decreti hanno introdotto tre diversi istituti: NASpI, la Dis-Coll e l’ASDI. Quest’ultimo però è stato soppresso nel 2018 e sostituito dal REI (Reddito di inclusione).
1 - La NASpI: il sostegno ai lavoratori che hanno perso l’impiego
La NASpI è la nuova assicurazione sociale per l’impiego. Si tratta di un’indennità mensile di disoccupazione che spetta ai lavoratori che hanno perso l’impiego. Per averla, è necessario aver accumulato negli ultimi 4 anni almeno 13 settimane di contribuzione, e negli ultimi 12 mesi almeno 18 giornate effettive di lavoro.
La misura della prestazione è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, se la retribuzione è inferiore a un importo di riferimento stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito (1.250,87 euro per il 2022).
La NASpI si riduce del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione. La riduzione scatta dall’ottavo mese se il beneficiario ha compiuto 55 anni alla data di presentazione della domanda.
Se la retribuzione media è superiore al predetto importo di riferimento annuo (1.250,87 euro per il 2022), la misura della prestazione è invece pari al 75% dell’importo di riferimento annuo stabilito dalla legge sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e il suddetto importo stabilito dalla legge. In ogni caso l’importo dell’indennità non può superare un limite massimo individuato con legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito (pari per il 2022 a 1.360,77 euro).
L’indennità è commisurata alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni (comprensiva degli elementi continuativi e non continuativi e delle mensilità aggiuntive), divisa per il totale delle settimane di contribuzione (indipendentemente dalla verifica del minimale) e moltiplicata per il coefficiente numerico 4,33.
La durata è invece pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi quattro anni di lavoro (anche non continuativi), ma solamente per i primi quattro mesi l’assegno è completo: a partire dal quinto mese viene ridotto del 3% al mese.
Il lavoratore che gode di tale ammortizzatore sociale deve partecipare, obbligatoriamente, ad attività di ricollocazione o di riqualificazione.
2 - DIS-COLL: l’indennità per gli iscritti alla gestione separata INPS
Anche chi è iscritto alla Gestione separata INPS ha il diritto di usufruire degli ammortizzatori sociali previsti in Italia. In questo caso, si tratta della DIS-COLL, un’indennità di disoccupazione per diverse categorie di lavoratori autonomi o parasubordinati iscritti alla Gestione separata INPS, concessa per un periodo pari ai mesi di contribuzione accreditati tra il 1° gennaio dell’anno precedente l’evento di cessazione del lavoro e il giorno in cui l’evento si è verificato (fino a un massimo di 12 mesi). L’importo dell’assegno è pari al 75% del reddito medio mensile, ma diminuisce del 3% al mese a partire dal sesto mese.
Possono usufruire di tale ammortizzatore sociale i titolari di partita IVA, i collaboratori titolari di pensione, gli amministratori, i sindaci e i revisori contabili.
Come per la NASpI, anche per queste persone vale l’obbligo di partecipare ad attività di ricollocazione o di riqualificazione, per trovare con più facilità un nuovo impiego.
Potrebbe interessarti leggere anche: Differenza tra reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito
Gli ammortizzatori sociali che l’impresa può richiedere
L’impresa che versa in una situazione di crisi ha diritto ad un ammortizzatore sociale ben specifico: la Cassa Integrazione Guadagni. Sostegno economico per i lavoratori la cui prestazione lavorativa è stata sospesa o ridotta, la CIG può essere:
- ordinaria, qualora l’attività produttiva venga sospesa o ridotta per fattori aziendali temporanei e non prevedibili (applicabile ai lavoratori dell’industria, dell’edilizia e in specifici casi del commercio);
- straordinaria, riservata alle aziende con più di 15 dipendenti in caso di ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione aziendale, crisi aziendale o procedure concorsuali.
A partire dall’1° gennaio 2022, la cassa integrazione può essere attivata anche per i lavoratori a domicilio e per gli apprendisti, con riduzione a 30 giorni dell’anzianità.
AVVOCATO DEL LAVORO SERGIO PALOMBARINI, LEGALE PER AZIENDE, LAVORATORI E LAVORATRICI
L’avvocato del lavoro Sergio Palombarini è un appassionato della materia da molti anni e insieme ai professionisti del suo Studio affianca aziende, cooperative, lavoratori e lavoratrici nelle controversie legate al diritto del lavoro: dimissioni, licenziamenti, sanzioni disciplinari, assunzioni, infortuni, malattia, permessi, trattamento di disoccupazione, insinuazione di crediti in procedure fallimentari, redazione dei contratti e tutte le questioni giuslavoristiche e di diritto sindacale che toccano organizzazioni e personale subordinato. Le sedi dello Studio sono a Bologna in Via Bovi Campeggi 4 e Padova in Via S. Camillo De Lellis 37.