Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo può essere disposto dal datore di lavoro per ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al suo regolare funzionamento. Quindi, a differenza del licenziamento per giusta causa, non è legato a motivi disciplinari, ma a fatti oggettivi.
Come procedere ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo?
Il licenziamento deve avvenire seguendo la procedura prevista dall’articolo 2 della legge 604/66.
Motivi che possono giustificare il licenziamento per giustificato motivo oggettivo
Il licenziamento per ragioni oggettive può essere disposto in questi casi:
- crisi dell’impresa
- riorganizzazione aziendale
- cessazione dell’attività
- venir meno delle mansioni cui è assegnato il lavoratore o la lavoratrice, che non può essere ricollocato in altre mansioni dell’azienda e compatibili con il suo inquadramento contrattuale, e neppure in un ruolo con mansioni inferiori
In quali casi il licenziamento è considerato illegittimo?
Se il giudice rileva che i motivi che hanno portato al licenziamento non sussistono, o che la scelta del lavoratore da licenziare è irrazionale o discriminatoria, il licenziamento è illegittimo e il lavoratore ha diritto ad essere tutelato dalla legge.
Il lavoratore o la lavoratrice che subisce un licenziamento giusta causa ha diritto alla disoccupazione?
Sì, la legge prevede che le lavoratrici e i lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il posto di lavoro possono chiedere un’indennità di disoccupazione NASpI.