Quali sono i diritti dei lavoratori in Italia?

Quali sono i diritti dei lavoratori nel nostro paese? Una domanda semplice eppure, allo stesso tempo, molto profonda, perché questi diritti sono sanciti dalla nostra Costituzione che, all’articolo 1, ci ricorda che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

In particolare, il rapporto tra datori di lavoro e dipendenti è regolato da una serie di norme che definiscono i doveri di ciascuna delle parti e che riconoscono loro anche dei diritti. Nel momento in cui viene stipulato il contratto, quindi, per il lavoratore – o per la lavoratrice – è essenziale conoscerli per farli valere nel caso in cui venissero violati. Dall’altra parte, anche il datore di lavoro deve sapere quali sono i diritti che la legge riconosce ai suoi dipendenti. In questo articolo approfondiamo l’argomento.

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Quali leggi disciplinano i diritti dei lavoratori?

La disciplina giuslavoristica contempla una serie di diritti fondamentali in favore del lavoratore che riguardano sia la sfera patrimoniale che personale. Ma il primo garante dei diritti dei lavoratori è la Costituzione italiana – abbiamo già citato l’articolo 1 –, che li tratta nel Titolo III sui Rapporti economici, agli articoli 35 e seguenti.

Dopo la Costituzione, la fonte normativa più importante è la Legge 300/1970 “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”. Conosciuta più semplicemente come lo Statuto dei diritti dei lavoratori, questa ha recepito i principi fondamentali contenuti nella Costituzione e si concentra maggiormente sulla tutela della dignità e personalità del lavoratore, nonché i diritti sindacali. Rispetto allo Statuto è interessante richiamare anche la Carta dei Diritti Universali del lavoro stilata dall’organizzazione sindacale della CGIL, una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a estendere e ad aggiornare lo Statuto dei Lavoratori per dare risposte e tutele a tutti e a tutte, superando la distinzione tra lavoratori subordinati e tutelati e lavoratori autonomi privi di garanzie.

Infine, ricordiamo anche i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, che vengono stipulati a livello nazionale tra le organizzazioni che rappresentano i lavoratori dipendenti e quelle che rappresentano i datori di lavoro (ovvero le parti sociali). Questi valgono erga omnes, cioè verso tutti, anche coloro che non sono iscritti a un sindacato.

Ora che abbiamo inquadrato a grandi linee la normativa in materia, vediamo quali sono i diritti di cui ogni lavoratore – e datore di lavoro – deve essere pienamente consapevole.

Quali sono i principali diritti dei lavoratori?

Sono quattro le macro-aree dei diritti riconosciuti al lavoratore e alla lavoratrice, che al loro interno comprendono un numero consistente di ulteriori prerogative:

  • diritti di natura patrimoniale, riguardanti il trattamento economico che spetta al lavoratore in relazione all’attività prestata, come la retribuzione e il diritto al trattamento di fine rapporto (TFR);
  • diritti personali, ossia inerenti la personalità dell’individuo e garantiti dalla Costituzione, che vanno dal diritto all’integrità fisica e alla salute fino al diritto alle ferie e al riposo settimanale;
  • diritti sindacali, come il diritto di aderire ad associazioni sindacali e di manifestare il proprio pensiero;
  • diritto morale d’invenzione, che presuppone il diritto di essere riconosciuto autore delle invenzioni e opere dell’ingegno realizzate.

Approfondiamo nel dettaglio i più importanti diritti dei lavoratori.

Diritto alla retribuzione

Partiamo dalla retribuzione, che rientra tra i diritti di natura patrimoniale. Secondo l’articolo 36 della Costituzione, ogni lavoratore ha diritto a ricevere una retribuzione “in misura proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso in misura sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Deve rispettare le caratteristiche di obbligatorietà, continuità, determinatezza (o determinabilità). Inoltre, la legge deve prevedere una serie di elementi che devono essere sempre inclusi, come il salario base, gli aumenti di anzianità, le indennità e i premi.

Sicurezza sul lavoro

Il diritto alla integrità fisica e alla salute è disciplinato oltre che dalle norme costituzionali, anche dall’art. 2087 c.c. e dall’art. 9 dello Statuto dei lavoratori. Il primo prevede che il datore di lavoro adotti “tutte le misure necessarie per tutelare la salute e l’integrità psicofisica del lavoratore” e che rispetti la normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Invece, l’articolo 9 dello Statuto stabilisce che i lavoratori e/o i loro rappresentanti possano controllare se l’imprenditore ha adottato tutte le misure idonee per evitare infortuni e malattie professionali.

Orario di lavoro

L’orario di lavoro massimo è di 40 ore settimanali a tempo pieno: le ore eccedenti devono essere considerate lavoro “straordinario” e retribuite con una maggiorazione rispetto alle ore di lavoro regolari. Le ore lavorative possono essere suddivise in turni per certe categorie di lavoro, ma deve essere garantito un adeguato riposo tra un turno e l’altro. In ogni caso, l’orario settimanale non può mai superare le 48 ore (l. 196/1997).

Ferie retribuite

Si intende un “periodo di riposo necessario per il recupero delle forze intellettuali e fisiche” ed è un diritto irrinunciabile, sancito dall’art. 36 della Costituzione. Ai lavoratori e alle lavoratrici, quindi, spettano un periodo di ferie – retribuite – di almeno 4 settimane l’anno e, se richiesto, 2 di queste settimane devono essere consecutive, mentre le altre 2 possono essere differite nei primi 18 mesi successivi (art. 2109 c.c.). È bene specificare che questo periodo di ferie minimo non può essere retribuito al lavoratore in cambio della rinuncia a fruire dello stesso. Non solo: in caso di interruzione del rapporto lavorativo prima che tutte le ferie siano state godute, il lavoratore ha diritto a ricevere un’indennità per il danno subito.

Riposo settimanale

Ogni lavoratore “ha diritto ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica” (Dlgs. n. 66/2003).

Diritto allo studio

Previsto dall’art. 10 dello Statuto dei lavoratori, garantisce ai lavoratori studenti che seguono corsi abilitati al rilascio di titoli di studio legali il diritto di turni di lavoro “che agevolino la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami e non sono obbligati a prestazioni di lavoro straordinario o durante i riposi settimanali“ e a godere di permessi retribuiti per favorire la frequenza scolastica.

Uomo al computer

Libertà di opinione, protezione della riservatezza e dignità del lavoratore

Altra questione riguarda la libertà di opinione e la protezione della riservatezza: queste sono sancite dall’art. 1 e dall’art. 8 dello Statuto dei lavoratori. L’art. 1 prevede che “I lavoratori, senza distinzione di opinioni politiche, sindacali e di fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle norme della presente legge”. Invece, il successivo art. 8 sancisce un altro punto importante, ossia il “Divieto di indagini sulle opinioni”: quindi, il datore di lavoro non può effettuare indagini sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, sia ai fini dell’assunzione come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro.

Invece, a tutelare la dignità del lavoratore ci pensano gli articoli 4 e 6 dello Statuto: il primo impedisce al datore di lavoro di utilizzare impianti audiovisivi o altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. Il secondo riguarda le visite personali di controllo sul lavoratore, che “sono vietate fuorché nei casi in cui siano indispensabili ai fini della tutela del patrimonio aziendale, in relazione alla qualità degli strumenti di lavoro o delle materie prime o dei prodotti”. La legge prosegue normando però questi casi, che potranno essere effettuate solo a condizione che:

  • siano eseguite all’uscita dei luoghi di lavoro;
  • siano salvaguardate la dignità e la riservatezza del lavoratore;
  • avvengano con l’applicazione di sistemi di selezione automatica riferiti alla collettività o a gruppi di lavoratori.

Questi sono solo alcuni dei principali diritti cui i lavoratori e le lavoratrici hanno diritto e di cui è fondamentale che siano a conoscenza. Nel caso in cui questi diritti non siano riconosciuti o tutelati, è possibile rivolgersi al proprio sindacato per muovere una vertenza nei confronti del datore di lavoro, oppure rivolgersi a un avvocato esperto in diritto del lavoro.

Avvocato del lavoro Sergio Palombarini, legale per aziende, lavoratori e lavoratrici

L’avvocato del lavoro Sergio Palombarini è un appassionato della materia da molti anni e insieme ai professionisti del suo Studio affianca aziende, cooperative, lavoratori e lavoratrici nelle controversie legate al diritto del lavoro: dimissioni, licenziamenti, sanzioni disciplinari, assunzioni, infortuni, malattia, permessi, trattamento di disoccupazione, reddito di cittadinanza, insinuazione di crediti in procedure fallimentari, nella redazione dei contratti e in tutte le questioni giuslavoristiche e di diritto sindacale che toccano organizzazioni e personale subordinato. Le sedi dello Studio sono a Bologna in Via Bovi Campeggi 4 e Padova in Via S. Camillo De Lellis 37.

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